Heracleum sphondylium L.
Famiglia: Umbelliferae
Nomi volgari: panace, sedano dei prati, panace dei prati.
Etimologia: il nome generico dal greco” hērákleion” “in onore di Eracle”, con riferimento alle grandi dimensioni di alcune specie, il nome specifico in greco significa “vertebra”, con riferimento al fusto con nodi ingrossati, simili a vertebre.
Il nome volgare di panace, fa riferimento alle supposte, molteplici virtù terapeutiche, una panacea appunto.
Morfologia:
robusta pianta biennale o perenne, rizomatosa, di aspetto erbaceo, eretto, con fusti cavi, scanalati e rivestiti di setole dure e cespitose, ha inteso odore aromatico è alta sino a 2 m ed è specie piuttosto polimorfa.
Le foglie grandi sino a 60 cm, sono di aspetto estremamente variabile, le inferiori sono sorrette da un picciolo a gronda, divise in segmenti lobati 3-5-7 grossolanamente dentati, le superiori sono sessili. Le nervature fogliari presenti sulla pagina inferiore sono rivestite di setole.
I fiori hanno corolle bianche o raramente rosate, formano grandi ombrelle che raggiungono facilmente i 20 cm di diametro, composte da numerosi raggi (circa 20).
I frutti sono diacheni, compressi, discoidali, piatti, cartacei e alati.
Distribuzione – habitat – fioritura:
diffusa in tutta Europa, in Italia è pianta comune dei prati umidi e concimati, delle radure e dei boschi, dei luoghi ombrosi, pianta indicatrice di presenza di Azoto fiorisce da maggio a ottobre sino a 2.500 m.
Note:
specie simile è l’Heracleum mantegazzianum, più alta e ancora più velenosa al tatto.
Proprietà ed usi:
pianta aromatica, ipotensiva, emolliente, antispasmodica, leggermente espettorante, ad azione tonica sulla digestione, sedativa, è considerata uno stimolante afrodisiaco e viene paragonata al Ginseng.
Contiene oli volatili e bergaptene, una furanocuramina che può anche il solo contatto, provocare fotosensibilità e in soggetti particolarmente sensibili, vesciche e arrossamenti.
I giovani germogli possono essere consumati crudi in insalata, oppure cotti come gli asparagi.
Facendo macerare i semi in alcool è possibile ottenere un liquore, dal gusto gradevole.
Nell' Europa orientale le foglie vengono fatte fermentare per preparare una specie di birra, detta “parst” o “bartsch”, mentre i piccioli vengono distillati da soli o con i mirtilli, per ricavarne una specie di grappa.
Le foglie disseccate sono un cibo di cui i conigli sono ghiotti.
Curiosità:
erba molto comune e famosa nel Rinascimento per combattere le crisi depressive. L'infuso della radice con le foglie insieme a quello di zafferano è una ricetta per combattere impotenza e frigidità nota fin dall'antico Egitto.
Tra i profumi più famosi dell'età classica si annoverano “Amarkinon” e “Unguento reale”, entrambi erano composti anche da panace.
|